Paola Quattrini, considerata la regina delle commedie brillanti in Italia, torna in scena affrontando per la terza volta lo stesso ruolo in uno dei titoli storici della ditta Garinei & Giovannini.
Da énfant prodige a “regina” delle commedie brillanti, la carriera di Paola Quattrini è costellata di successi, rappresentati nei teatri di tutta Italia (“Ma mica solo con gli spettacoli di Garinei & Giovannini”, tiene a precisare l’attrice).
Ha approfittato del lockdown per fermarsi un attimo, ma i periodi di chiusura forzata dei luoghi di cultura hanno portato alla realizzazione di numerosi progetti, fortemente voluti dall’artista che di recente è stata anche premiata al Dubai Indipendent Festival come migliore attrice in un cortometraggio.
Ora, è tornata sul palcoscenico a interpretare per la terza volta il ruolo di Natalia De Mitri, in uno dei maggiori successi della ditta Garinei & Giovannini: Se devi dire una bugia dilla grossa
Come è cambiato questo ruolo negli anni?
Diciamo che è maturato, ma Natalia è sempre lei; forse, c’è una maggiore disinvoltura nell’interpretare questo ruolo, ma non è un’altra cosa rispetto a come ho sempre interpretato il personaggio. Chiaramente, cambiando le voci degli altri interpreti, mi rapporto in un altro modo con i colleghi, ma il personaggio è quello impostato da Pietro Garinei e così io l’ho lasciato.
In questi mesi è stata in tournée anche con “Slot”, diretto da Luca De Bei: uno spettacolo che affronta il delicato tema del gioco d’azzardo.
Slot è la novità dell’estate 2021 e ha debuttato, nonostante il Covid, al Festival di Borgio Verezzi.
Un personaggio nuovo, ricco di emozioni, scritto apposta per me. Una donna fragile e malata, egoista ma divertente. Mi piace moltissimo e siamo solo tre in scena: io, Mauro Conte, che interpreta mio figlio, e Paola Barale, che anche in questo spettacolo, come in Se devi dire una bugia dilla grossa, è mia rivale.
Lei e Paola Barale, in realtà, fuori dalla scena avete un bellissimo rapporto.
Sì, a me è molto simpatica e lei mi è molto grata per averle dato la possibilità di debuttare in teatro, perché sono io che l’ho voluta, dopo aver constatato la sua voglia di mettersi in gioco, rinunciando anche a guadagni facili, preferendo arricchire il suo spirito. In fondo, il teatro è una bella medicina per qualsiasi cosa.
Nei periodi di lockdown, qual è stata la sua medicina?
Beh, intanto ho apprezzato molto il saper stare ferma, perché io sono una girandola sempre in fermento. Mia figlia Selvaggia mi ammonisce “Sarebbe meglio che ogni tanto tu ti dessi una calmata”. Dunque, mi sono fermata e ne ho approfittato per “ricaricare le batterie”, per cui adesso ho ancora più energia.
Di recente, lei è stata premiata come migliore attrice al Dubai Indipendent Festival 2021, per un cortometraggio nel quale ha vestito i panni dell’attrice Fedora Duncan: è stata una sfida rapportarsi con il linguaggio cinematografico?
Tutto è nato dalla mia amicizia con lo stilista Marco Coretti, che ha creato per me un abito pazzesco. Da questo gioco, durante il lockdown, si è sviluppata un’esperienza stimolante, con una troupe cinematografica molto motivata e i progetti nati sull’onda dell’entusiasmo, a volte, funzionano meglio. A me piace lavorare in sintonia con le persone, mi esprimo meglio quando mi trovo bene con gli altri.
Cosa vede nel suo futuro sul palcoscenico?
Mi piacerebbe portare in scena un classico del Teatro: non una novità, ma una commedia già interpretata da grandi colleghe del passato.